I FIORI DI ATTILA

Jószef Attila: più lo leggo e più mi piace. Qui c’è un’altra metafora che colpisce dritto dritto nel punto giusto. Anzi, nel punto dolente, visto che ciò che viene descritto è uno stato, per così dire, di malattia. Infatti la casa dove l’uomo dovrebbe abitare è il presente. Il futuro è una sorta di malattia necessaria.

Per quanto riguarda la forma, la traduzione che ho scelto è abbastanza libera. Più letteralmente diventa: Soltanto cio che sarà, quello è un fiore/ ciò che è, cade a pezzi.

Soltanto nel futuro le cose sono fiori

[fb_like]
“Csak ami lesz, az a virág,
ami van, széthull darabokra.”

“Soltanto nel futuro
le cose sono fiori.
Qui nel presente,
tutto va in frantumi.”

“Only future things are flowers,
here in the present,
everyhting falls apart.”

JOSZÉF ATTILA, IL GATTO E LE SCELTE DI VITA

Ho sempre avuto un debole per le metafore, e ultimamente sto leggendo un poeta ungherese che nella sua prosa ce ne consegna alcune veramente penetranti. Il poeta è Joszéf Attila, e queste sono le sue parole:

ügyeskedhet, nem fog a macska
egyszerre kint s bent egeret.

che tradurrei così:
“può anche ingegnarsi, ma il gatto non può prendere
in una volta sola un topo dentro e uno fuori”

o più letteralmente:
“ingegnarsi-può, non prende il gatto
in-una-volta-sola fuori e dentro (il) topo”

Trovo che questa immagine renda bene il conflitto decisionale a cui ci pone di fronte il mondo quando bisogna fare una scelta fra due modi di vivere che comportano ciascuno frutti e rinunce complementari. Ad esempio fra il mondo delle cose e il mondo dello spirito.

és, akinek beszél magyarul, itt van a video.

[fb_like]