La reificazione interpretata con Simondon

In ogni compravendita avviene che un bene od un servizio vengano concepiti per mezzo di un numero che indica la quantità di denaro necessaria all’acquisto. Questo è il punto di partenza della mercificazione dei rapporti sociali, della loro riduzione alla condizione di cose materiali, processo questo che indichiamo con la parola reificazione. Impiegando i termini di Gilbert Simondon potremmo dire che ogni comportamento di acquisto, ogni interazione con la merce, fornisce un germe da cui la reificazione puó partire. In tale ottica la natura umana reificata costituisce una condizione più stabile rispetto alla quale gli stati di maggiore ricchezza spirituale dell’uomo sono metastabili. Metastabile si dice di uno stato che puó conservarsi in isolamento, ma che inizia a disgregarsi in favore di un altro stato più stabile se i due stati vengono messi “a contatto”. Ciò si accorda bene con l’idea di Simondon per cui gli stati stabili sono quelli con una minore energia potenziale, in quanto la reificazione corrisponde ad uno stato in cui c’è meno potenziale nei progetti di vita degli uomini che ne sono affetti. Messa in questi termini la questione, si arriva abbastanza facilmente a chiedersi come si possa cambiare la dinamica provocata dai germi degli atti di compravendita, per evitare che la reificazione abbia luogo.

La concezione di Simondon prende spunto dalla cristallizzazione dei minerali, e questo ci puó essere d’aiuto per l’inquadramento del nostro problema. Nel caso dello zolfo succede che ponendo dei germi di cristallo rombico (forma alfa) in un reticolo di cristalli a forma di ago (forma beta) si da inizio ad un processo di trasformazione dell’intera massa di zolfo in un reticolo cristallino rombico. D’altra parte, alzando la temperatura ad esempio a 96 gradi, l’equilibrio chimico cambia e non si verifica più la riproduzione del germe cristallino rombico a scapito dei cristalli a forma di ago. Se ritorniamo dalla cristallizzazione dello zolfo al caso della società in cui si verifica la reificazione degli umani, ci chiediamo se esistono delle condizioni socio-psicologiche in grado di bloccare la propagazione dei germi di reificazione costituiti dagli atti di compravendita, così come l’innalzamento di temperatura è in grado di bloccare la proliferazione dei germi di cristallo rombico nello zolfo.

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Gilbert Simondon e l’innesco dell’individuazione dei cristalli

Nel suo libro sull’individuazione, Gilbert Simondon si propone di definire dei modelli di individuazione tratti dal mondo fisico per poi riproporli in ambito psicologico e sociale. L’individuazione puó essere intesa come il processo di formazione dell’individuo, e uno dei tratti che Simondon ne mette in luce é l’esistenza di ció che potremmo chiamare innesco dell’individuazione, e che puó essere compreso riferendosi al caso della formazione dei cristalli.

Il punto di partenza é la concezione molecolare della materia. Allo stato liquido succede che le molecole sono in un continuo moto disordinato, e chiaramente la loro posizione ed il loro orientamento una rispetto alle altre é casuale. L’intensitá del moto con cui le molecole sbattono corrisponde alla temperatura. Piú la temperatura é alta, piú le molecole sbattono violentemente le une contro le altre. Man mano che la temperatura si abbassa gli urti delle molecole diventano meno violenti, e nasce la possibilitá che esse si dispongano in strutture geometriche ordinate dismettendo il movimento libero che le caratterizzava nella fase liquida. Piú correttamente potremmo dire che nel corso dell’inserimento in un reticolo cristallino, il movimento libero si converte in vibrazione. Con un po’ di semplificazione possiamo immaginarci la molecola libera che si infila con un certo angolo fortunato in una cavitá ai bordi del reticolo cristallino, e inizia a sbattere ripetutamente fra i due lati di questa cavitá rimanendovi incastrata. A questo punto la molecola é parte del reticolo cristallino.

La geometria del reticolo cristallino é conseguenza della forma delle molecole, ed inoltre ad ogni singolo tipo di molecola possono corrispondere diverse strutture geometriche del reticolo (allotropia). Ad esempio lo zolfo puó formare reticoli rombici oppure a forma di ago (1). Il punto chiave é che le molecole di una massa di zolfo priva di struttura cristallina (e per questo motivo detta amorfa, nel senso che é priva di una forma interna regolare) hanno bisogno di sbattere nel modo giusto nel punto giusto di un reticolo cristallino giá esistente per potersi agganciare a tale reticolo. Quindi c’é bisogno che un pezzo di reticolo si sia giá formato perché altre molecole vi si aggiungano. Lá dove un frammento minimo di reticolo cristallino é presente in una massa amorfa, questo frammento svolge la funzione di punto di partenza, di innesco della cristallizzazione. L’immissione di un innesco ottaedrico in una massa amorfa di zolfo provocherá dunque la cristallizzazione ottaedrica di tutta la massa, mentre l’immissione di un innesco prismatico provocherá la cristallizzazione prismatica di tutta la massa.

Gilbert Simondon, L'individuazione alla luce delle nozioni di forma e d'informazione.

Gilbert Simondon, L’individuazione alla luce delle nozioni di forma e d’informazione.

In queste poche righe ho cercato di focalizzare al massimo il ruolo dell’innesco. L’argomentazione di Simondon implica anche delle considerazioni sul livello energetico necessario per l’accesso alle diverse strutture cristalline, e dunque una riflessione sul concetto di energia potenziale. Nel libro di Simondon la discussione della cristallizzazione dello zolfo si trova alle pagine 106-109. Ho volutamente trascurato la formazione degli inneschi di individuazione, che vengono anche chiamati germi di cristallizzazione.

1) Si tratta della forma alfa, ortorombica, e della forma beta, monoclina.

Riferimento bibliografico:
Gilbert Simondon, L’individuazione alla luce delle nozioni di forma e d’informazione, (Milano-Udine 2011: Mimesis).