La psicologia del gioco: una ricerca in corso

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La comprensione della psicologia del gioco è una delle sfide più interessanti della psicologia contemporanea, e si inscrive nel più ampio quadro dell’indagine sulla struttura della mente. Il nostro punto di riferimento per collocare il gioco nel panorama dei fenomeni psichici è la teoria dei sistemi emotivi sviluppata da Jaak Panksepp, il fondatore delle neuroscienze affettive.

  • In questa pagina descriviamo brevemente la ricerca che stiamo conducendo sul fenomeno del gioco, e riportiamo i collegamenti agli articoli sul gioco che abbiamo già pubblicato sul nostro sito.

Panksepp ritiene che il gioco sia un sistema emotivo fondamentale, dotato in quanto tale di circuiti nervosi specifici, collocati nelle regioni sottocorticali del cervello. Un esempio del gioco cosí come lo intende Panksepp è costituito dai cuccioli che si inseguono a turni alterni mettendo in atto delle simulazioni di atteggiamenti simili a quelli dell’aggressività. Chi vuole approfondire da un punto di vista generale la visione di Panksepp ha la possibilità di leggere il nostro libro divulgativo “Le emozioni di base secondo Panksepp”.

Dopo aver studiato Panksepp, abbiamo deciso di intraprendere una ricerca sulla natura del gioco che finora ha comportato la lettura di oltre duecento titoli, in larga parte articoli accademici a revisione paritaria. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare una descrizione del gioco a validità interdisciplinare e di comprendere quale sia il modo migliore di impiegare il gioco per promuovere la crescita personale.

Sono molteplici nel corso del novecento (e a tutt’oggi) i tentativi di arruolare il gioco ai fini di migliorare il processo educativo. Tanto è forte il desiderio di molti teorici di compiere questo passo, quanto è difficile definire a livello pratico un metodo valido ed oggettivo. Alcuni ricercatori di Harvard hanno provato a proporre un approccio costruito sui concetti di scelta, meraviglia e godimento. In tale approccio non si trovano tanto delle riflessioni teoriche sulla natura del gioco, quanto piuttosto alcuni spunti pratici interessanti. Il post in cui ne parliamo è questo: Una pedagogia del gioco? Scelta, meraviglia e godimento.

Un autore che si avvicina molto al nostro punto di vista sul gioco è lo psicoanalista inglese Donald Winnicott. Attento osservatore ed ottimo scrittore, Winnicott considera la psicanalisi stessa come una forma molto raffinata di gioco, e arriva ad affermare che affinché un paziente possa affrontare un percorso psicoanalitico è necessario che sappia giocare. Là dove il paziente non sa giocare, allora il primo compito dello psicanalista è comprendere la ragione di tale impossibilità.

Winnicott considera il gioco come strettamente collegato alla creatività e alla comunicazione. È dunque soltanto attraverso il gioco che può avvenire uno sviluppo rigoglioso dell’essere umano, e per promuovere il gioco sono necessari due fattori. Anzitutto è necessario fornire fiducia per mezzo della protezione (pensate al bambino che impara ad aver fiducia nel mondo grazie alle cure della madre), in secondo luogo è necessario mettere l’individuo in connessione con il patrimonio culturale adeguato al suo grado di sviluppo.

Le idee di Winnicott sul gioco sono espresse in una serie di scritti brevi raccolti nel libro “Gioco e Realtà”. In tale opera Winnicott inquadra il fenomeno del gioco nell’ambito del processo di sviluppo della persona. Una sintesi del pensiero di Winnicott si trova nel nostro articolo: “Gioco e Realtà” di Donald Winnicott: una sintesi teorica. Consigliatissimo.

Un altro autore imprescindibile per lo studio del gioco è Jean Piaget. Piaget è stata una figura di primissimo piano nel panorama della psicologia del novecento. La visione del gioco di Piaget si trova espressa nel libro “La formazione del simbolo nel bambino”, e si fonda sulla coppia di concetti assimilazione-accomodamento (ma anche il concetto di omeostasi potrebbe rivelarsi utile a descrivere il gioco a partire dal punto di vista di Piaget). Una sintesi della visione del gioco secondo Piaget verrà pubblicata appena possibile.

Un terzo grande nome del novecento collegato al gioco è Lev Vygotskij. Vygotskij non ha dedicato un’ampia opera a sé stante al fenomeno del gioco, come hanno fatto Winnicott e Piaget. Ha però pubblicato alcuni articoli sul gioco che hanno avuto una grande influenza. A nostro avviso, uno dei concetti di Vygotskij più interessanti per la comprensione teorica del gioco è quello di Zona di Sviluppo Prossimale.

La Zona di Sviluppo Prossimale può essere concepita come una sorta di frontiera (sempre in movimento) del processo di crescita personale. Tale frontiera è costituita da ciò che possiamo imparare in modo sufficientemente facile a partire dalle nostre competenze attuali, e potrebbe rivelarsi come il luogo dell’imparare dove più facilmente può accadere l’esperienza del gioco. Abbiamo sviluppato quest’idea nell’articolo “La Fenomenologia, il Gioco e la Frontiera di noi stessi.

Un esponente della scuola di Vygotsky, Elkonin, ha sviluppato un’interpretazione del gioco di fantasia basata su quattro distinti livelli. Nel passare dal primo al quarto livello i bambini aumentano la loro capacità di pianificazione, discutono esplicitamente i ruoli assunti nel corso del gioco, individuano regole esplicite, e protestano per il mancato rispetto dei comportamenti distintivi di ciascun ruolo. Maggiori dettagli si possono trovare in quest’articolo: Il gioco di fantasia secondo Elkonin (nella tradizione di Vygotskij).

Il lettore che è andato a leggere per intero gli articoli di cui abbiamo fin qui parlato, si dovrebbe essere reso conto della nostra strategia generale nel corso di questa ricerca. La fase iniziale prevede la stesura di una serie di sintesi concettuali riguardanti autori scelti per la loro grande influenza e/o per la loro rilevanza teoretica. Tali sintesi avranno bisogno di una stagione di sedimentazione e di un successivo lavoro di revisione, al fine di giungere alla creazione di una visione teorica più ampia, dove tutti gli spunti raccolti verranno (si spera) portati a coerenza.

Alla conclusione del lavoro verrà pubblicato un libro che probabilmente riporterà come introduzione questo stesso testo che state leggendo, forse con alcune correzioni di entità secondaria. La prima parte del libro sarà costituita da tutti gli articoli sintetico-divulgativi di cui abbiamo fin qui parlato. La seconda parte del libro sarà invece costituita dalla visione complessiva sviluppata nel corso della ricerca.

 

BIBLIOGRAFIA

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