IL GOVERNO LETTA? GRILLO CI SPERA…

I cinque stelle stavano perdendo punti per l’incapacità di compiere un discorso propositivo valido, ma la mossa di Rodotà è stata abile e ha consentito loro di recuperare dei punti. Adesso l’insediamento di un governo Letta dichiaratamente sostenuto da PD e PDL sarebbe per Grillo e Casaleggio un evento fortunato: li toglierebbe dall’impaccio di dover assumere un ruolo attivo e li collocherebbe nei panni degli oppositori in cui si trovano tanto bene. Senza contare che la crisi non si attenuerà minimamente nel futuro immediato, e sappiamo che nei momenti di difficoltà reale le forze d’opposizione guadagnano voti. La lega di Maroni non è più la lega di Bossi(1), e Vendola ha il problema di dover fare qualcosa di simile a Grillo ma senza dare l’impressione di seguirlo. Ne segue che i frutti politici della crisi sembrano destinati ad essere raccolti dai cinque stelle, sempre ipotizzando un governo Letta durevole.
Complessivamente il giocatore migliore in campo (che si faccia o meno il governo Letta) si è rivelato essere Berlusconi, perché il consenso recuperato se l’è guadagnato lui combattendo sul campo, mentre il successo di Grillo è dovuto in parte non trascurabile alle circostanze(2). Grillo (o chi lo consiglia) deve ancora dimostrare quello che vale(3). Renzi invece sarà anche bravo, ma l’accostamento che è stato fatto fra lui e Berlusconi è improprio e finisce per rivelare i limiti del sindaco di Firenze, che non ha spazio di manovra autonoma al di fuori del partito da cui proviene, a cui non può ordinare cosa fare. Il grande perdente, lo sanno tutti, è il PD. Perché pur essendo l’entità politica più programmaticamente devota allo straniero è quella che è riuscita a trarre meno vantaggio dalla debolezza del contesto interno.

 

(1) Campagne giudiziarie a parte, il Bossi di una volta saprebbe prendere Grillo di petto mettendone in luce i punti deboli più di quello che non sanno o non possono fare i leader oggi in campo.
(2) La forza della crisi
(3) Per quanto riguarda la posizione di Grillo sul 25 Aprile, la trovo consona al ruolo storico che fino ad ora è lecito attribuire ai cinque stelle: attirare le forze di protesta in un rumore privo di identità, dimentico della storia. Staremo a vedere se nel corpo del movimento si formeranno delle linee di pensiero dotate di maggiore coscienza storica; e soprattutto vedremo come G&C le gestiranno.

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IL GRILLO STUDENTE

Il sondaggio con cui il movimento 5 stelle ha proposto dei nomi per il Quirinale obbliga a una mossa scomoda PD e PDL. Accettare la proposta di Grillo significherebbe concedergli una grande vittoria. Rifiutandola però il consenso dell’establishment non ne guadagnerebbe, in particolare per la modalità “democratica” della scelta dei nomi. Quanto velocemente Grillo sta imparando a fare politica? Al di là di quello che è stato il movimento 5 stelle prima delle elezioni, è utile chiedersi cosa diventerà, perché ormai si tratta di una presenza parlamentare consistente destinata ad avere delle conseguenze. Quali leggi voteranno? A quali parti reali del paese si accosteranno? Grillo e Casaleggio hanno la stoffa per cavalcare il consenso così come hanno saputo fare per tanto tempo Bossi e Berlusconi? E dunque: sapranno anche loro prendere per il naso l’incapacità strategica cronica della sinistra italiana?

 

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