DE BEERS CONTRO NIETZSCHE

De Beers dice che un diamante è per sempre, mentre Nietzsche ed Eraclito dicono che tutto diviene e se ne va. Chi ha ragione? Se costruiamo una torre e poi questa crolla, sul terreno rimangono le pietre. Se un camion se le porta via poi non rimane davvero niente. Ma se costruiamo un palazzo di pensieri ed emozioni, e se poi questo crolla, le cose vanno diversamente. All’inizio sembra una vittoria del divenire che ci ha travolto. Poi, dopo qualche giorno, camminando svoltiamo l’angolo e ritroviamo una facciata di quel palazzo in un posto dove prima non c’era. Ma non è come prima. Le finestre sono più strette, i capitelli hanno un altro stile, e hanno messo dei fiori accanto al cancello.

C’è sempre un diamante che sopravvive al divenire?

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I FIORI DI ATTILA

Jószef Attila: più lo leggo e più mi piace. Qui c’è un’altra metafora che colpisce dritto dritto nel punto giusto. Anzi, nel punto dolente, visto che ciò che viene descritto è uno stato, per così dire, di malattia. Infatti la casa dove l’uomo dovrebbe abitare è il presente. Il futuro è una sorta di malattia necessaria.

Per quanto riguarda la forma, la traduzione che ho scelto è abbastanza libera. Più letteralmente diventa: Soltanto cio che sarà, quello è un fiore/ ciò che è, cade a pezzi.

Soltanto nel futuro le cose sono fiori

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“Csak ami lesz, az a virág,
ami van, széthull darabokra.”

“Soltanto nel futuro
le cose sono fiori.
Qui nel presente,
tutto va in frantumi.”

“Only future things are flowers,
here in the present,
everyhting falls apart.”

JOSZÉF ATTILA, IL GATTO E LE SCELTE DI VITA

Ho sempre avuto un debole per le metafore, e ultimamente sto leggendo un poeta ungherese che nella sua prosa ce ne consegna alcune veramente penetranti. Il poeta è Joszéf Attila, e queste sono le sue parole:

ügyeskedhet, nem fog a macska
egyszerre kint s bent egeret.

che tradurrei così:
“può anche ingegnarsi, ma il gatto non può prendere
in una volta sola un topo dentro e uno fuori”

o più letteralmente:
“ingegnarsi-può, non prende il gatto
in-una-volta-sola fuori e dentro (il) topo”

Trovo che questa immagine renda bene il conflitto decisionale a cui ci pone di fronte il mondo quando bisogna fare una scelta fra due modi di vivere che comportano ciascuno frutti e rinunce complementari. Ad esempio fra il mondo delle cose e il mondo dello spirito.

és, akinek beszél magyarul, itt van a video.

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