Il modo migliore di comprendere la rabbia è collocarla in una storia. Perché così impariamo a distinguere con più precisione le situazioni in cui nasce. E perché ci abituiamo a prevedere in anticipo i suoi risvolti più delicati.
Nella storia di Inside Out, il famoso film della Pixar, Rabbia è un personaggio basso e robusto, che indossa una camicia bianca e porta la cravatta, quasi a sottolineare la convinzione molto seria riposta nelle proprie ragioni. Una voce fuori campo lo introduce con queste parole: “Lui è Rabbia, ci tiene molto che Riley non subisca ingiustizie”.
Riley è la ragazzina protagonista del film. Quando il padre le dice che non potrà avere il dolce se non mangerà i broccoli, Rabbia percepisce l’ingiustizia in atto e prende il controllo della situazione, spingendo Riley a fare una piccola scenata e a buttare il piatto per terra. Il padre reagisce prontamente e si mette a giocare facendo l’aeroplano col cucchiaio; l’espediente funziona, Riley si incuriosisce al gioco del padre e smette di fare i capricci.
Quando Riley diventerà più grande le situazioni da cui si nascerà la rabbia assumeranno una natura sempre più complessa, e non sarà più possibile risolverle in modo così semplice.
L’evento principale del film è il trasloco con cui la famiglia di Riley si trasferisce dallo stato del Minnesota alla città di San Francisco. Il cambiamento si rivela emotivamente molto stressante per Riley. La nuova casa non è bella come l’aveva sognata, le stanze sono tutte vuote e i genitori sono sempre impegnati nel lavoro. Non ci sono amici con cui giocare, e le mancano i luoghi familiari del Minnesota.
Il primo giorno nella nuova scuola si rivela traumatico. Riley è chiamata a presentarsi davanti ai suoi compagni, ma mentre sta raccontando i propri ricordi diventa triste e si mette a piangere, perché si rende conto delle cose che ha perso. In quel momento si sente terribilmente a disagio, osservata e giudicata dai suoi nuovi compagni, con cui non ha ancora confidenza.
Riley è sempre stata un’appassionata giocatrice di Hockey. Quando prova a giocare nella nuova squadra di San Francisco, però, ha un momento di incertezza che la fa cadere nel bel mezzo di un’azione. È in questo frangente che l’intervento infastidito di Rabbia porta Riley alla decisione di andarsene dalla squadra, e le fa perdere così il legame con il mondo dell’Hockey.
In un altro momento, nel corso di una videochiamata, Riley viene a sapere che la sua migliore amica del Minnesota ha già trovato un’altra amica con cui ha una grande confidenza. Anche in questa situazione una rabbia mista a gelosia prende il sopravvento e irrita Riley fino al punto di interrompere bruscamente la chiamata, gettando così un’ombra negativa su un’amicizia fino a quel momento fonte di gioia.
I genitori di Riley sono molto presi dai loro impegni e faticano a seguire Riley con attenzione. Quando poi il padre e la madre si accorgono che qualcosa non va, e cercano di comprendere i sentimenti di Riley, il padre non riesce ad essere abbastanza attento e delicato. Succede così che Rabbia prenda ancora una volta il controllo, provocando uno scontro verbale fra Riley ed il padre.
L’insieme degli episodi negativi provoca una stratificazione del sentimento della rabbia, e dentro di sé la ragazza inizia ad accusare i genitori per averla portata in un posto dove non sta bene. Nasce così la decisione di fuggire di casa per tornare nel luogo dove era felice: il Minnesota. Il risentimento contro i genitori arriva perfino a giustificare il furto dei soldi che le servono per acquistare il biglietto dell’autobus.
Accecata dalle proprie ragioni, Rabbia ha prodotto un progetto irrealizzabile senza ragionare a sufficienza sulle conseguenze. Per fortuna la fuga viene interrotta dall’intervento decisivo di Tristezza, che porta Riley a sentire la mancanza dei genitori. Riley rinuncia così alla fuga, scende dall’autobus e corre verso casa, dove ritroverà l’abbraccio dei genitori.
Se ripensiamo a tutte le situazioni in cui Rabbia ha preso il controllo, vediamo che aveva sempre una ragione ben precisa per intervenire. Eppure, le conseguenze della sua influenza hanno peggiorato la situazione di Riley e messo a rischio le sue relazioni. La piccola morale che possiamo trarne è che dobbiamo sempre ascoltare la rabbia per capire da dove si è originata, ma poi è meglio evitare di seguire i suoi consigli. Sul momento questi hanno l’incredibile potere di sembrare perfetti, ma col passare del tempo rivelano tutta la loro inconsistenza.
La parte finale del film ci lascia intravedere la possibilità di dare un ruolo più costruttivo alla rabbia, impiegandola come una spinta per essere più determinati nelle nostre attività preferite. Nel caso di Riley, questo può accadere quando Rabbia la porta a dare il massimo impegno sul campo da Hockey.
Inside out non è soltanto un film per bambini, ed anche gli adulti possono trovarvi dei buoni spunti di riflessione. La rabbia è un sentimento universale che ci accompagna per tutto l’arco della vita, così come anche le altre emozioni messe in scena nel film della Pixar: Gioia, Tristezza, Paura e Disgusto. Esse sono tutte dotate di una loro funzione particolare e di un espressione facciale caratteristica.
Paul Ekman, insieme a Carroll Izard, é stato un pioniere degli studi sull’espressione facciale delle emozioni, e non a caso è uno degli esperti consultati dalla Pixar per stendere la trama di Inside Out.
Un approccio teorico distinto da quello delle espressioni facciali delle emozioni è costituito dalle neuroscienze affettive di Jaak Panksepp. Queste forniscono, a nostro avviso, una comprensione più profonda dei fenomeni emotivi rispetto agli studi sulle espressioni facciali, le quali rimangono comunque un approccio molto interessante. Le emozioni fondamentali secondo le neuroscienze affettive sono Rabbia, Paura, Sessualità, Cura, Pena della solitudine, Gioco e Interesse/Voglia di fare.
Sul nostro sito sono presenti alcuni articoli che approfondiscono il tema della rabbia. Nel post “La psicologia della rabbia: un’occasione per crescere.” se ne può trovare una breve descrizione. Qui segnaliamo in particolare il nostro scritto sulla rabbia nei bambini, di cui riportiamo l’inizio:
“Assistere alle crisi di rabbia di un bambino può essere spiazzante. Durante questi episodi i bambini lanciano oggetti, urlano e sbattono i piedi. Nei momenti più intensi danno calci, fanno versi, colpiscono, tirano e spingono. Tali comportamenti non rappresentano il caso più insolito o bizzarro, e costituiscono piuttosto un elenco delle azioni più caratteristiche compiute dai bambini durante le crisi di rabbia. A volte, i bambini possono anche arrivare a…” LEGGI TUTTO